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Sentimento, paura e ideologia
By Malgrado le Mosche Posted in Inve(n)t(t)ive, Miscellanea on 24/02/2020 0 Comments 3 min read
Il rumore del macellaio Previous Diana Next
Somministrazione del vaccino

Non credo che ci sia una precisa volontà politica nel vietare gli assembramenti e ogni forma di contatto umano che non sia strettamente produttivo. Credo invece che ci sia un’ideologia e il godimento di questa ideologia. In altre parole un sentimento o meglio un insieme di sentimenti, che trovano il loro naturale humus culturale nella paranoia borghese che ha finalmente l’occasione di esercitare tutto il suo potere mortifero.
Stiamo assistendo, a causa di un’emergenza reale ma dai connotati facilmente interpretabili e dalle conseguenze tutto sommato controllabili, a poderosi passi in avanti verso la realizzazione, quantomeno temporanea, del mondo ideale di chi oggi è al potere e crede di interpretare il sentimento popolare (e in parte lo interpreta davvero!).
Di fronte a un’emergenza, qualsiasi emergenza, sanitaria, politica, sociale, si risponde in due modi: salvaguardando il più possibile e a discapito di qualunque reale precauzione logica il mercato, il profitto, il capitale. E in secondo luogo, ma collegato intimamente alla protezione del capitalismo, vietando qualsiasi spazio che non sia produttivo al mantenimento del sistema capitalista. Scuole chiuse, quindi donne a casa, uomini al lavoro e la sera a casa perché è tutto chiuso, giornali piegati alla paura prodotta dal potere che ha davvero paura perché se dal punto di vista delle conseguenze umane questa emergenza sanitaria non è grave, dal punto di vista del capitalismo l’emergenza è totale: se si fermano gli scambi e le merci crolla il sistema.

Svago sì ma controllato

Questi giorni, e le misure di “sicurezza” che li stanno costruendo sono fuori dalla logica. Semplicemente non serviranno a contenere il diffondersi del virus. Questo non accadrà, il virus farà il suo corso. Serviranno invece a tranquillizzare con le strade vuote, i giovani a casa o nascosti dal buio delle strade deserte, i locali senza attrattive, le scuole finalmente chiuse ad libitum, le donne a casa, serviranno a tranquillizzare i borghesi sull’efficacia del loro potere. Ce l’hanno ancora. E lo possono usare.
Serviranno poi a far capire, senza possibilità di fraintendimento, che da un giorno all’altro, per qualsiasi motivo, nemmeno legato alla politica in senso stretto, qui il gioco cambia. Questo non è un colpo di Stato. E, ribadisco, sono certo che non ci sia la volontà politica di darne l’esempio. Questo è il mondo che desiderano e che hanno il potere di realizzare, anche se solo per qualche settimana. Questa è la loro ideologia, questo il loro sogno. Questo è il mondo ideale del potere.
Qui non si gestisce l’emergenza del corona virus. Qui si gestisce, a fatica come tutti i sogni, il mondo perfetto, capitato all’improvviso tra le mani.

Una mascherina professionale

Io dico che dobbiamo uscire. Prenderci questa febbre come un vaccino per la malattia più grave, il coprifuoco mentale.
Questi sono i giorni in cui, anche disordinatamente, bisogna vedersi, stare insieme. I giorni dell’organizzazione. Perché la prossima volta potrebbe essere più difficile farlo. La prossima volta questi matti ci fanno trovare l’esercito in strada per difenderci da noi stessi.

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