Uroboro

di Cora Lee
traduzione di Elisa Carini
copertina di Chiara Casetta
apparso originariamente su DreamBoyBook


Al piano di sotto si trasferisce un’inquilina figa. La guardo mentre scarica nel vialetto tutto ciò che possiede. Il suo appartamento ha la stessa disposizione del mio, ci scommetto. L’ascolto camminare sul pavimento, muoversi da una stanza all’altra, battere col martello, passare l’aspirapolvere o fischiettare tra sé.

Vorrei invitarla su, ma non voglio che veda la mia cavigliera elettronica. Passo lo smalto sulle unghie dei piedi, poi su quelle delle mani. Cerco di inventare nomi nuovi per i colori dei miei smalti. Il tuffo del cigno. Impeto di passione. Ecco un cavallo pallido.

La mia vicina figa lava la macchina nel vialetto. L’acqua insaponata lascia un’ombra sul cemento. Lei rientra in casa e la macchina s’asciuga al sole. Quella notte, però, piove. Spero che la mia vicina figa non pensi che sia stato tutto inutile. Sto cercando di non pensare al tempo come qualcosa che si possa sprecare. Offerta per chi arriva primo. Dio vendicatore. Potrebbero assumermi per inventare nomi così, e credo che sarei così brava che si potrebbe scegliere il colore solo dal nome.

Tutte queste cose vorrei raccontarle alla mia vicina figa. Le direi che non siamo poi così diverse, io e lei, non così diverse, a parte che io ho fatto un paio di cose brutte. E invece mi sdraio a terra per avvicinarmi alla presa elettrica. Devo caricare la cavigliera elettronica due volte al giorno, per due ore. La moquette mi punge la guancia.

Immagino una sequenza di colori e do un nome a ciascuno: Sogno a occhi aperti, Dolce sogno, Sogno irrealizzabile, Sogno lucido, Incubo, Sogno americano, Sogno erotico, Sogno profetico, Sogno febbrile, Sogno che si avvera.


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2 Comments

  1. Impresa non facile condensare l’idea della prigionia in poche righe senza scadere nel cliché. Molto bello e costruito in maniera eccellente, titolo compreso.

  2. Tra desiderio, vergogna e ironia, la protagonista costruisce un piccolo lessico della sopravvivenza domestica. Un racconto sull’attesa, dove la libertà passa attraverso lo sguardo e l’immaginazione.
    Really beautiful.

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